Disognare

Disognare
emozioni

Dare un corpo alle emozioni per dialogarci. ​

Dopo aver introdotto l’emozione attraverso racconti, favole e chiacchiere, seguendo la tecnica del body tracing, ogni partecipante interverrà con i colori sulla propria sagoma tracciata su un grande foglio e appesa al muro. Come davanti ad uno specchio i partecipanti interverranno con i colori, dialogando con l’emozione.

Le emozioni negative non esistono:
tutte sono utili.

La tristezza

Ogni emozione viene per dirci qualcosa, darci un messaggio importantissimo.
Così è per la tristezza, considerata sempre una emozione spiacevole, da non provare, e per questo viene repressa anziché essere accolta e ascoltata.
Anche la tristezza ha la sua importante funzione: dare spazio all’elaborazione di tutte quelle piccole e grandi esperienze di dolore che ognuno di noi, grande e piccino, incontra sulla sua strada e che ci aiutano a crescere. Certamente se ne andrà, e lascerà tracce che prima o poi ci saranno chiare. Quindi non nascondiamo le emozioni, anzi vediamo un pò che facce hanno: disegnamole!

La gioia

Nulla ci garantisce la gioia se non siamo pronti a riceverla, dipende da noi: per provare questa intensa e fuggevole emozione dobbiamo essere aperti agli altri e al futuro, quante volte ci è passata accanto senza riuscire ad afferrarla?
Scopriamo cosa ci dà gioia, andiamo a caccia di gioia col retino della gratitudine e poi conserviamone gelosamente il ricordo per rievocarla nei momenti più difficili, per riassaporarla. Apriamoci alla gioia rappresentandola con carta e colori e conserviamo nel cuore questo grande tesoro!

La paura

Non avere paura della paura!
Anche questa emozione nasce per il nostro bene: la paura difronte ad un pericolo è un meccanismo di difesa naturale, è un campanello di allarme che va sempre ascoltato perché ci avverte di un pericolo e ci spinge a comportarci nella maniera adeguata.
La questione è capire se il pericolo che ha fatto scattare l’allarme è reale o immaginario. Guardiamo in faccia la paura, ascoltiamo cosa è venuta a dirci disegnandola!

Il coraggio

Facile aver coraggio se sei in cima alla catena alimentare come il leone!
Quello non è coraggio.
Coraggio non è assenza di paura ma la capacità di guardarla, di starci, di affrontarla anziché fuggire e magari anche sconfiggerla.
Il coraggio non ruggisce ma è quella vocina limpida e potente che dentro di te ti bisbiglia che forse c’è un modo diverso di affrontare le cose, più giusto e più bello, anche se più faticoso e difficile. E il coraggioso segue la strada indicata dalla vocina, condividendo e mettendosi a disposizione degli altri, magari meno audaci: è solo così che il coraggio diventa speranza.

La vergogna

“…Vergogna, quel sentimento che tante volte, ma mai abbastanza, è il nostro più efficace angelo custode” dice Saramago.
Provare vergogna solitamente ha a che fare con la paura del giudizio: ci fa sentire come su un palcoscenico con gli occhi di tutti punti addosso.
Spesso ha origini non fuori ma dentro di noi, una vergogna più intima, inconfessabile e qui il giudice è dentro di noi, mina la nostra autostima, il suo rossore sale indiscreto quando sappiamo di aver commesso un errore.
Ma anche questa emozione ha qualcosa da dirci se la stiamo ad ascoltare: ci dice che siamo migliori di come a volte ci comportiamo e che potremmo diventarlo, e la prima cosa da fare è imparare a perdonarci e amarci nonostante i nostri errori, in questo modo la vergogna si trasforma in una occasione di progresso. In questo senso la vergogna si trasforma nel nostro angelo custode.

IL TERZO GIOVEDÌ DEL MESE dalle 16.45 alle 18.15 – 90 minuti 20 €

Si organizza anche laboratoriO didattico per le scuole